Il giro d’Italia in tredici tappe

L’impegno per il sociale di Riccardo Cotarella oramai è cosa famosa. Questa volta, con la pubblicazione del libro “A passo d’uomo nelle terre del vino” ha deciso di aiutare i ragazzi della comunità di San Patrignano. L’opera nasce dalla voglia di raccontare la sua esperienza d’enologo con un flash di cultura, distaccandosi dal tecnicismo del lavoro quotidiano. Le testimonianze storiche, ricercate nelle biblioteche, fanno da cornice. Ad aiutarlo in questo lavoro, troviamo ancora una volta Nino D’Antonio.

Riccardo Cotarella, insieme a Francesco Albertini, ha voluto esternare il concetto che il vino è un prodotto unico, simbolo principe dell’agroalimentare tricolore, presente in tutte le regioni con le sue diversità e i suoi biotipi, differenze rafforzate dalla varietà del terreno, dal clima e dalle modalità di coltura. Per questo ci sono stati presentati ben tredici vini, provenienti da diverse zone italiane, prodotti da aziende che Cotarella segue con il suo lavoro di enologo.

Coppo, azienda storica sita a Canelli, le cui cantine sono state dichiarate dall’Unesco, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ha aperto la degustazione con un metodo Classico. Spumante Riserva Coppo 2008, composto per l’80% da pinot nero e 20% chardonnay, passa sei anni sui lieviti. Il vino si presenta con un naso di pasticceria e prodotti da forno dolci, successivamente arrivano i fiori e la frutta, piccola e rossa. In bocca è fresco e acido.

Moncaro, realtà radicata nella regione Marche, esprime da sempre il forte desidero di svelare le bellezze e la bontà dei suoi prodotti. Vigna Novali Moncaro 2011, 100% verdicchio, vitigno che regna nell’Italia centrale, nel bevante ha un colore giallo verdolino e al naso si annunciano molto netti i sentori minerali, lo iodio e il cappero sotto sale. Un vino che gioca tra il marino e l’agrume. In bocca entra con una grande struttura e freschezza, molte note piacevoli e complesse.

La tenuta Terrazze dell’Etna è inserita nel Parco Naturale dell’Etna, realizzata nel 2008 da Nino Bevilacqua, ingegnere palermitano che ha ricreato l’antico ambiente agricolo e caratteristico dell’Etna: piccoli appezzamenti di terreno che formano un’anfiteatro di terrazze su cui sono coltivati i vigneti. Terrazze dell’Etna Cirneco, 100% nerello mascalese. Il colore è tenue come impone il vitigno, un naso minerale, frutta piccola rossa e un ritorno di terra lavica. In bocca prevalgono un grande tannino aggraziato e una lunghezza infinita.

iGreco, Cirò in Calabria, azienda fondata nel 1963 da Tommaso Greco ed ora di proprietà dei suoi numerosi figli, grandi produttori di olio. iGreco Catà è un vino ottenuto da gaglioppo 100%. Al naso sentori speziati accompagnati da frutta rossa in gelatina, lieve vaniglia, cacao e liquirizia, notevole finezza. In bocca si presenta con un bel tannino e una notevole personalità.

L’azienda Coppo ha voluto anche essere presente con un secondo vino. Pomorosso Coppo 2013, 100% barbera, prodotto di punta, colore rosso rubino vivo, un naso molto intenso di fiori rossi e frutta che vira verso l’agrume partendo dalla ciliegia. In bocca molta freschezza data anche dalla gioventù dell’annata proposta.

Falesco, azienda della famiglia Cotarella, fondata nel 1979, a Montefiascone nel Lazio, con l'obiettivo di recuperare gli antichi vitigni della zona. Falesco Montiano 2013, un vino nato con l’idea di dare visibilità alla zona produttiva del lago di Bolsena, un merlot che porta eleganza e potenza. Vino longilineo con un naso fresco e note di frutti di bosco piccoli e scuri. Una fine balsamicità, in bocca il tannino è rotondo e poco astringente, una pulizia di palato importante.


Castello di Cigognola, realtà dell’Oltrepò Pavese, di proprietà di Gianmarco e Letizia Moratti che, hanno voluto scommettere su un terroir particolarmente favorevole. La Maga Castello di Cigognola, è vino di punta, una riserva nata solo nel 2003, ottenuta da vigne con pendenze elevate. Colore scuro e impenetrabile, grande struttura con una componente fruttata intensa e decisa. In bocca grande freschezza e struttura.

Castello di Volpaia, bellissima azienda del Chianti Classico composta da quarantasette ettari e un borgo a contorno. Coltassala Castello di Volpaia 2012, vino di colore rosso rubino scuro e consistente, al naso molto minerale con un fruttato acidulo, una buona componente speziata. In bocca è fresco e longilineo.

Futura 14, realtà pugliese che impernia la propria produzione sul vitigno primitivo, proprietario dell’azienda è il giornalista Bruno Vespa. Raccontami Futura 14, naso con spezie e fiori rossi, balsamicità e frutta in un insieme suadente. In bocca una presenza salina e salmastra, un’elevata componente alcolica. Un vino che rispecchia la zona dove viene prodotto.

Rimaniamo in Puglia anche per il successivo vino, prodotto da Leone de Castris, nome famoso nel mondo per il rosato. Per Lui Negramaro Leone De Castris, vino rosso scuro e cupo. Un naso con sentori di spezie ed erbe aromatiche. In bocca struttura e note di frutta, tannino fine e polveroso. Un finale equilibrato e suadente.

Ci spostiamo virtualmente sull’isola di Sant’Antioco per Sardus Pater, costituita nel 1949 come società cooperativa, ha iniziato l’attività nel 1955. Nel corso degli anni la produzione dei vini si è affinata e ha puntato soprattutto alla valorizzazione del vitigno carignano, coltivato su terreni sabbiosi senza porta innesto. Arruga Speriore Sardus Pater, naso caldo che ricorda la macchia mediterranea, in bocca il tannino è presente ma non invasivo, sentori di frutta rossa matura e molta persistenza, un tannino che asciuga il palato.

La Guardiense è una cooperativa agricola tra le più grandi d’Italia, conta mille soci di cui centoventi concorrono, con le loro uve, alla produzione di questo vino, una sperimentazione esasperata. I mille per l’aglianico La Guardiense 2011, nel bevante troviamo un bel colore trasparente e un vino abbastanza consistente. Al naso fiori rossi recisi, frutta matura ed essiccata. In bocca un tannino presente, rotondo ed avvolgente, una certa astringenza. Vino molto giovane con un grande potenziale d’invecchiamento.

Altra azienda pugliese, Tenuta Coppadoro, nata dalla volontà di due uomini, amici e colleghi, ora portata avanti dai loro figli. Stibadium Tenuta Coppadoro 2013, nero di Troia, vitigno ultimamente riscoperto, per troppi anni offuscato da altre varietà presenti in zona. Colore rosso rubino scuro, elegante e impenetrabile, molto consistente durante la rotazione nel calice. Naso con sentori di graffite e tabacco, frutta rossa matura e fico secco. In bocca acidità e persistenza, piacevole e morbido, un tannino rotondo.


Una bella cavalcata del nostro paese, uno spaccato del vino italiano che ci da certezze consolidate. Il vino non stanza mai, non tutti lo percepiscono alla stessa maniera ma, dobbiamo conservare le emozioni che ci arrivano dai calici e dai produttori.

Articolo pubblicato anche sul sito AIS Delegazione di Milano

Ciao
GB

Commenti

Post più popolari